La festa e la processione

L’uso di portare in processione, per le vie di Trastevere, la statua della Vergine è molto antico, probabilmente è nato con la creazione dell’ Arciconfraternita, sicuramente risale al 1603.
Per l’ottavario del Carmine si formava la processione: la statua lignea veniva collocata su una “macchina” e accompagnata per le vie dai Carmelitani, dai confratelli del Carmine, dai confratelli di altri due sodalizi trasteverini i Vascellari e i Pescivendoli, dal clero e dai fedeli.
La processione aveva inizio e terminava nella chiesa di S. Cri­sogono, dove l’immagine veniva collocata al centro della chiesa e qui restava esposta fino al giorno seguente la festività di S. Anna, per essere poi ricollocata nell’oratorio dell’Arciconfraternita.
In seguito, per dare una migliore custodia alla statua e una maggiore venerazione a Maria Santissima, fu deciso dalI’ Arcicon­fraternita di affidarla, unitamente ai vestiti e alle gioie, alle monache di S. Apollonia. I vestiti e gli ornamenti sono stati custoditi dalle suore di S. Pasquale di Via Anicia fino a qualche anno fa, hanno avuto il privilegio di adornare la statua la vigilia della festa. I vestiti e gli ornamenti della Vergine, patrimonio ricostituitosi negli anni recenti grazie alle varie donazioni di fedeli, richiama solamente in parte quello che fu un vero tesoro prezioso ed artistico. Nei secoli passati veniva vestita, usando una lamina d’argento sbalzata in oro e adornata con preziosi gioielli e quindi posta su di una pregevole “macchina” costruita da Domenico Gregorini; l’attuale risale agli anni venti ed è opera dell’architetto Morigi, e finemente decorata dal Maestro Pio Romani.
Mentre la processione è antichissima la festa “de ‘noantri” è relativamente recente: la prima volta fu realizzata nel 1927. I trasteverini chiamano confidenzialmente la Santissima Vergine del Carmine la “Madonna Fiumarola” il nome, derivatoLe da una pia leggenda, vuole che, nel 1535, alcuni marinai Còrsi trovassero in una cassa galleggiante a largo di Fiumicino, una statua di legno raffigurante la Vergine che portarono in processione, via fiume, fi­no alla loro chiesa di S. Crisogono.
La processione veniva anche detta dei “boccaletti” nomignolo che ha origine dalla partecipazione della Compagnia dei Vascellari ovvero fabbricanti di recipienti in coccio.
L’attuale statua, fu eseguita da due membri della Confraternita, i fratelli Fascina, intagliatori di mestiere; essi si ispirarono alle sembianze della Vergine riprodotte su un piccolo stendardo con­fraternale.
L’apertura della processione da parte dei bersaglieri ricorda quando, questi, ospiti nella caserma vicino a S. Francesco a Ripa, uscivano per il presente ad armi al passaggio del simulacro della Madonna.
I confratelli nei gionti prossimi alla processione sono impegna­ti fattivamente nella preparazione degli “standardi” nella lucidatu­ra dei “tronchi” nella preparazione della “macchina” e della statua della Vergine e quant’altro occorre per la migliore organizzazione, (tutto lavoro tramandato di padre in figlio) così come quello di portare i tronchi o “la macchina” durante la processione, o come l’adornare, per il Suo passaggio, le finestre con drappi.
Da oltre 20 anni la processione, oltre ad avere un più lungo percorso, ha di nuovo un solenne rientro in S. Agata, con la seconda processione del lunedì mattina, momento molto sentito dai vecchi abitanti trasteverini; si passa per le strade del rione non percorse il sabato e ci si sofferma presso le chiese del quartiere, ciò grazie all’ interessamento del Primicerio trasteverino, già confratello, Monsignor Marcello Giannini che, mediante il suo proficuo impegno sacerdotale e organizzativo, ha consentito di rinvigorire tutte le attività Confraternali.

 

PROCESSIONE FIUMAROLA

Da alcuni anni, seguendo il cammino storico dell’Arciconfraternita viene rievocata la “Processione Fiumarola” a testimonianza del ritrovamento della Statua Sacra. L’evento viene riproposto a chiusura dell’ottavario. La domenica mattina il Simulacro della Madonna, viene portato dai Confratelli, al punto di imbarco (negli ultimi anni presso il Circolo Canottieri Lazio)  e imbarcato su un natante di forze dell’ordine (Carabinieri, Polizia di Stato, Vigili del Fuoco) che pattugliano ed operano normalmente sul fiume Tevere. Alla presenza delle massime Autorità Religiose e Civili e da una moltitudine di fedeli, si naviga il fiume Tevere fino a Ponte Garibaldi, dove la Statua, sorretta dai Confratelli, prosegue la processione terrestre verso la Basilica di S. Maria in Trastevere, ove, con una veglia di preghiere, si conclude il pellegrinaggio Mariano.